martedì 7 giugno 2016

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Qualche giorno fa la SUPAA ha pubblicato un articolo sulla percezione dello sforzo fisico, della fatica e dello stato psico-attitudinale durante le gare race. Un articolo interessante se si considera che il race come disciplina è molto dura e faticosa, e che una buona percentuale di atleti durante le gare pensa di mollare appena subentra un problema. 

L'adrenalina e l'eccitazione sono i primi stati che iniziano a bruciare energia. Quando siamo sulla linea di partenza siamo pronti a scattare e dare il massimo per poter uscire dalla mischia e iniziare la nostra gara. Ma una cattiva partenza, un pessimo controllo degli stati emozionali possono contribuire alla nostra prestazione.

Dobbiamo però avvisarvi che la lettura di questo articolo è abbastanza impegnativa e volge solo in parte a migliorare le proprie performace. 

I migliori alteti sembrano possedere abilità divine. Ma non è importante quanto siano dotati, il loro talento non li porterebbe poi così lontano. Le gare più dure richiedono che un campione faccia affidamento tanto sulla mente quando sul corpo, per poter far fronte alle proprie paure. (cit Matt Fitzgerald)

Filippo Mingrelli, atleta race junior, ci ha suggerito l'articolo traducendolo per noi. Questo articolo merita di essere compreso da tutti. Noi della redazione del Venerdi da Leoni lo abbiamo adattato. Ringraziamo Filippo per il contributo dato alla comunita dei paddler.

Traduzione Filippo Mingrelli

Cosa succede se l’esaurimento delle energie durante una gara di sup non è dovuto all’incapacità fisica di continuare o di aumentare in passo, ma semplicemente al pensiero di mollare? Il miglioramento nelle gare di sup può avere poco a che fare con le abilità fisiche ma con la nostra percezione di sforzo. Vi è una forte prova che è la percezione dello sforzo, e non l’attività muscolare, che causa negli atleti l’abbassamento del passo di gara o mollare. 

Questi risultati sono importanti per tutti gli atleti specializzati in endurance. Secondo delle ricerche scientifiche, non è interamente attraverso l’allenamento fisico che possiamo migliorare le nostre prestazioni, ma pensando positivamente, aumentando l'esperienza e cambiando le nostre percezioni, possiamo spingere  il nostro corpo a migliorare le nostre performance.

“La mente domina il corpo” non è un concetto nuovo il quale si può applicare nella vita e nello sport. Tale studio è stato recentemente confermato nella sua applicazione. Matt Fitzgerald lo approfondisce nel suo libro sul tema della percezione dello sforzo dal titolo "Quanto lo vuoi?"

Matt Fitzgerald scrive: nelle gare di resistenza gli atleti decidono quale ritmo tenere a seconda delle proprie sensazioni. Certo i feedback esterni, sottoforma di tempi di gara e di prestazioni degli altri atleti possono influenzare queste sensazioni, ma è il senso interno di adeguatezza al proprio ritmo che ha la prima e l'ultima voce in capitolo. Tale senso sarà a determinnare la velocità scelta dall’atleta, che deciderà se mantenere costante, rallentare, o fermarsi.

Il nome scientifico di questo meccanismo è regolazione anticipatoria. Il risultato è una intuizione continuamente rinnovata, su come distribuire lo sforzo e riuscire a finire il percorso il prima possibile. Avviene grazie alla percezione dello sforzo, motivazione, conoscenza della distanza da coprire ed esperienza passata.

In una panoramica del modello psicobiologico di prestazioni di resistenza, pubblicato nel 2013 da Samuele Marcora, scrisse che “la percezione dello sforzo è coscienziosa consapevolezza del sistema centrale inviato ai muscoli”. In altre parole, la percezione dello sforzo è il sentire l’attività nel cervello che stimola il lavoro dei muscoli, e capire che i muscoli non lavorano da soli. Eccetto in caso di reazione di riflesso, dove tutti i muscoli agiscono indipendentemente.

Sperimentata una gara di resistenza con distanze familiari, lo sforzo tende ad aumentare gradualmente, raggiungendo un livello massimo verso la fine. Ma lo sforzo percepito è soggettivo, e per questo motivo, ciò che è considerato come massimo cambia a seconda delle circostanze. Quando gli atleti lo vogliono veramente, riescono a tollerare un livello di sforzo maggiore, al contrario di quando sono totalmente demotivati.

Vogliamo ricordarvi prestazioni di paddler che ci hanno lasciato senza parole. La prima è stata quella di Tituoan Puyo alla Carolina Cup, il quale in partenza era 43° e poi ha vinto la gara. Connor Baxter durante la gara di Bilbao ha sbagliato un passaggio in boa perdendo 12 posizioni e poi ha vinto la gara.

Di conseguenza, cambia la loro strategia. Lo stesso livello di sforzo percepito che li mantiene costanti in un dato punto del tracciato in cui sono poco motivati, potrebbe farli accellerare in un punto equlivalente di una corsa a cui attribuiscono maggiore importanza.

Se vuoi migliorare la tua gara, chiediti, quanto lo vuoi? Non lasciarti ingannare, l’allenamento per la gara e il mantenimento della tua salute sono importanti per la prestazione in gara. Il tuo corpo ha dei limiti psicologici. Non puoi importi di pagaiare veloce come Danni Ching. Comunque, una volta allenato e adattato ad uno specifico livello psicologico di prestazione, miglioramenti nella tua gara potrebbero provenire dal tuo cervello e non dai tuoi muscoli.

Un altro punto principale nell’approccio psicologico al risultato della prestazione, è l’impatto che l’esperienza può avere nella nostra percezione di sforzo e prestazione. Più ti alleni e partecipi a gare, più puoi costruire la tua routine pre-gara, la strategia di piazzamento e il tuo approccio globale alla gara.

Nell’ allenamento per una gara di 10 miglia, è importante capire come pagaiare per 10 miglia. Assicurati che questa gara di 10 miglia sia in totale conformità con il tuo allenamento periodico. Questo tipo di preparazione non solo aiuterà a produrre adattamenti psicologici, aiuterà anche nell’approccio complessivo della gara.

Se all'ottavo miglio quando senti dolori muscolari, sei affaticato e senti di dover abbandonare, allora il tuo pensiero è negativo e di auto-sconforto, dovresti lavorarci su cambiando il tuo atteggiamento e ponendo continuamente te stesso in situazioni simili durante il tuo allenamento e durante le gare.

Per migliorare le prestazioni in gara non basterà la forza psicologica guadagnata durante gli allenamenti, ma l'abilità di percepire l'affaticamento, lo sconforto e la voglia di mollare a migliorare la tua forma psico-attitudinale. Cambiando il tuo approccio alla fatica miglioreranno i tuoi risultati in gara.

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